The Dreamers by Sodai

Sei seduto sul divano. La casa è ancora quella che ti ha lasciato tua madre, uguale a come le era stata lasciata da sua madre. Le stanze sanno di una ricchezza sbiadita ma duratura, infrangibile, costante. Nella sala in cui sei adesso, le finestre danno su una grande piazza illuminata che tu guardi dall’alto, senza muoverti. I bagliori dei lampioni ottocenteschi rischiarano le boiserie in legno scuro, le poltrone imbottite di velluto, le vetrinette piene di oggetti in ceramica e il divano in morbida pelle color cognac su cui tu sei seduto. Sul tavolo ci sono i resti della tua cena: i piatti in ceramica bordati da un filo d’oro sbeccati, i bicchieri di cristallo di due servizi diversi, le posate d’argento rese opache dal tempo. Apparecchi sempre in modo ordinato, anche se non ce ne sarebbe bisogno. Da una scatola in radica prendi una sigaretta. Usi un accendino d’oro e assapori il profumo di tabacco bruciato che si mescola al sottile alito di umido che esce dalla tappezzeria in moirè delle pareti. Ti alzi per guardare fuori, il pavimento in quadrotte di legno scricchiola e vedi una figura che cammina piano, così lontano da essere quasi indistinguibile. Ha un lungo impermeabile color cammello, tiene in mano una borsa. I suoi capelli scintillano nel buio. La figura si arresta, improvvisamente. Sembra pensare a dove andare. Poi si volta e ti guarda. Non sei in grado di distinguere i tratti del suo viso ma sai che ti sta guardando. È un’ombra che prende vita e tu sei sorpreso, imbarazzato, eccitato. Ricambi lo sguardo per lunghi secondi e il tuo respiro accelera. Vorresti che venisse verso di te per distinguere le linee del viso, il colore dei capelli, la morbidezza delle mani. La figura guarda ai lati della piazza, indecisa su cosa fare. C’è un lungo momento di esitazione poi riprende a camminare. Si infila sotto uno dei portici e sparisce per sempre alla tua vista. Rimani in piedi, senti la brezza leggera accarezzarti il collo. Chiudi gli occhi, respiri, torni in casa. Senti il sapore della persistente felicità che ti ha attraversato.

Testo by Andrea Batilla

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